Laurus SRL

DIFESA DELLE COLTURE

Rientra l’emergenza Tuta, ma servono nuove soluzioni.

di Giovanni Nicotra

In pochi anni la Tuta è diventato il patogeno principale per il pomodoro. La fase di emergenza è passata e oggi sono allo studio nuove soluzioni, come trappole per la confusione sessuale. Non è però prevista una nuova sostanza attiva.
La Tuta absoluta, un lepidottero appartenente alla famiglia dei Gelechiidae, è apparsa in Italia nel 2009.
La Tuta ha cominciato a diffondersi dal luogo di origine (il Sud America) negli anni 90 per arrivare a insediarsi in buona parte del mondo in pochi anni. La larva è polifaga, con predilezione per alcune solanacee. L’ospite più danneggiato, tra le piante coltivate, è il pomodoro. E ad esso si deve la diffusione nella maggior parte dei paesi che coltivano questo ortaggio. I primi 2 anni di diffusione in Italia sono stati molto problematici per gli agricoltori. Sia le coltivazioni in serra sia quelle in pieno campo sono state colpite duramente dalla Tuta. Interi raccolti sono andati perduti e il lepidottero sembrava inarrestabile. Non c’erano agrofarmaci specifici e l’assenza di nemici naturali ha fatto esplodere la popolazione. La lotta integrata si basava su informazioni provenienti dall’estero, prevalentemente dalla Spagna. Ma le strategie si rivelarono assolutamente inadeguate al contenimento del lepidottero. La larva della Tuta, dalla seconda alla quarta età, penetra in tutti i tessuti del pomodoro: foglie principalmente, ma anche frutti (resi quindi incommerciabili) e fusto. La pianta veniva praticamente distrutta dalle larve. Particolarmente aggressivi erano gli attacchi ai nuovi impianti, nei quali le larve penetravano nella cima delle giovani piantine, compromettendone la crescita.
L’arrivo della Tuta ha cambiato radicalmente le priorità nella lotta ai patogeni del pomodoro. In poco tempo è diventato il patogeno principale dal quale difendersi.
La strategia di lotta iniziale prevedeva l’utilizzo di sostanze attive regolatori di crescita (lufenuron, indoxacarb) uniti a molecole cui la letteratura (straniera) attribuiva un effetto sulle larve di Tuta. Va detto che la lotta chimica è efficace solo nei confronti delle larve.
Contro gli adulti il sistema di controllo era affidato a trappole attrattive a feromoni, da subito disponibili sul mercato.
Come detto, la strategia di lotta fu decisamente fallimentare. Gli agrofarmaci non riuscivano a debellare le larve e le trappole a feromoni, poste all’interno dei filari di pomodoro, addirittura attiravano i maschi adulti dal circondario, aumentando la popolazione infestante. Furono provate, ma anch’esse con esiti poco incisivi, delle trappole a cattura luminose, con neon violetto, ma la quantità di farfalle uccise era decisamente irrisoria.
I servizi fitosanitari regionali erano assolutamente impreparati ad affrontare l’emergenza e le (poche) informazioni arrivate dall’estero si rivelarono insufficienti ad arginare l’emergenza.

Danni da Tuta absoluta su pomodoro

Larva matura di Tuta absoluta (lunghezza 7-8 mm)

Qualcosa è cominciato a cambiare nel 2010. Gli agricoltori, ormai consapevoli del pericolo, hanno adottato mezzi di prevenzione più idonei (reti antiinsetto in serra) e si è affinata una strategia di lotta integrata che prevedeva l’abbinamento di sostanze attive chimiche (emamectina benzoato, da poco registrata, azadiractina, spinosad) a formulati a base di Bacillus thuringensis con l’ausilio di oli vegetali ad azione repellente.

La svolta del clorantraniliprolo

Nel 2011 la svolta della lotta alla Tuta è stata la registrazione del clorantraniliprolo. Questa molecola ha avuto un impatto fortissimo sulle popolazioni del lepidottero al punto che nel 2012 la Tuta sembrava sparita e definitivamente debellata.
Purtroppo però l’uso (e l’abuso) ripetuto della stessa molecola ha generato forti fenomeni di resistenza al punto che dal 2013 a oggi abbiamo una recrudescenza delle infestazioni di Tuta in buona parte della Penisola, in particolare nelle regioni meridionali.

La difesa allo stato attuale

Al momento la lotta è tornata a focalizzarsi sull’integrazione di prodotti chimici e naturali. La base è sempre la prevenzione con mezzi meccanici (reti). I trattamenti fogliari prevedono l’utilizzo frequente di prodotti di derivazione vegetale, come azadiractina e spinosad, uniti ai formulati contenenti Bacillus thuringensis. Questo tipo di trattamento permette di tenere sotto controllo la presenza di larve sulla coltura. Il clorantraniliprolo resta sempre la sostanza attiva più efficace, ma il numero dei trattamenti deve essere necessariamente limitato a 2 per ciclo colturale. Un’altra arma a disposizione degli agricoltori è rappresentata dall’introduzione del predatore Nesidiocoris tenuis, che riesce agevolmente a predare larve di prima e seconda età, oltre a nutrirsi anche di neanidi di Bemisia tabaci, altro parassita chiave del pomodoro e delle solanacee. A volte però le popolazioni di Nesidiocoris eliminano completamente le prede e cominciano a danneggiare le piante di pomodoro, recano danni (erosioni) a foglie, fusti e fiori, e purtroppo diventa necessario trattare chimicamente la coltura per limitare il numero degli individui.
Nel breve-medio periodo non è prevista la registrazione di nuove sostanze attive specifiche per la lotta alla Tuta absoluta.
Una novità è rappresentata invece dall’immissione in commercio di trappole per la confusione sessuale. Il prodotto è in fase di registrazione e verrà proposto in ambiente protetto con un impiego medio di 800-1.000 diffusori ha per applicazione al trapianto; l’erogazione dura mediamente 150-180 giorni pertanto, in funzione del ciclo colturale medio o lungo, può essere prevista una seconda applicazione. La Tuta absoluta è ormai diventata un parassita chiave del pomodoro, al pari degli aleurodidi, degli acari e di altri lepidotteri (peraltro molto meno aggressivi perché già controllati dai trattamenti contro la Tuta).
Chi scrive non crede a una futura completa eradicazione del lepidottero. Penso invece che si arriverà a un contenimento biologico del parassita con mezzi sempre meno chimici e più integrati.

Adulto di Tuta absoluta (lunghezza 5-6 mm)

Adulti di Nesidiocoris tenuis (3-4 mm), predatori di Tuta absoluta